7.1 Andamento dei consumi e impatto del Covid: nuovi trend alimentari
In clima pandemico, le misure adottate per contenere i contagi si sono tradotte in un congelamento totale o parziale delle attività produttive/lavorative e in misure restrittive degli spostamenti. Queste soluzioni di contrasto alla diffusione del virus hanno avuto -complessivamente- un impatto importante sui consumi delle famiglie nel 2020. Si è verificata, infatti, una contrazione della domanda interna e un conseguente aumento della propensione al risparmio che si è attestato, nel 2020, al +18,6% rispetto al +7,9% di fine 2019.
Secondo le elaborazioni di Nomisma su dati di Confcommercio (2020), le principali voci di spesa che hanno subito un’importante contrazione sono: viaggi e vacanze (-54%), consumi fuori casa (-37%), tempo libero (-20%) e mobilità e comunicazione (-13%). L’unica voce di spesa che registra una crescita del +2% riguarda i consumi alimentari in casa.
Comparto |
Spesa pro-capite 2019 (euro) |
Spesa pro-capite 2020 (euro) |
Var% 2020 vs 2019 |
Viaggi e vacanze |
579 |
268 |
-54% |
Consumi fuori casa |
1.412 |
890 |
-37% |
Abitazione |
5.134 |
4.929 |
-4% |
Cura di sé |
3.820 |
3.589 |
-6% |
Tempo libero |
1.245 |
1.001 |
-20% |
Consumi in casa |
2.745 |
2.787 |
2% |
Mobilità e comunicazione |
3.076 |
2.667 |
-13% |
Come evidenzia il Report Coop (2020), la pandemia ha permesso agli italiani di riscoprire il valore non solo nutrizionale ma anche sociale e conviviale connesso al cibo e alla sua preparazione domestica. Durante il periodo del lockdown, ma anche successivamente ad esso, si è affermata l’abitudine di cucinare -in casa- i pasti e di condividerli con la propria famiglia. Conseguentemente, è aumentata la domanda degli ingredienti di base.
Secondo i dati Ismea-Nielsen Consumer Panel (novembre, 2020), il lievito di birra e le farine hanno registrato un aumento rispettivamente del +59% e del +36%, nel periodo compreso tra il 5 ottobre e l’8 novembre 2020. A questi dati, segue anche un aumento del consumo di bevande alcoliche (+20%), in linea con un comportamento di acquisto volto a privilegiare materie prime e prodotti conviviali da consumare in casa.
Interessante è evidenziare anche i principali pattern di consumo che sono emersi durante il lockdown e che, secondo alcuni studi, sono destinati a caratterizzare anche il 2021. Secondo la Consumer Survey di COOP (2020) e l’Osservatorio Nomisma (2020), i nuovi stili di consumo alimentare si orienterebbero verso prodotti Made in Italy, sostenibili e salutari. Per il 73% degli italiani, la scelta alimentare costituisce un atto di responsabilità sociale e ambientale.
Analizzando nel dettaglio i consumi alimentari in Italia, è possibile fotografare con chiarezza le caratteristiche e le componenti principali del modello di dieta che si è affermato. Utilizzando il database Ismea-Nielsen Consumer Panel, per il periodo 2018-2020, emergono le categorie alimentare che hanno subito delle importanti variazioni nei volumi di spesa.
In particolare, nel 2020, rispetto al 2018, troviamo: il miele (+83%), le uova fresche (+71%), le carni (+67%), gli ortaggi (+64%) e i derivati dei cereali (+61%), che registrano un consistente aumento. Nel periodo 2019-2020, gli incrementi più consistenti riguardano principalmente: il miele (+14%), le uova fresche (12%) e le carni (10%).
Scendendo sempre più nel dettaglio, è possibile analizzare le tendenze di consumo che si sono affermate nell’arco temporale che va dal 2019 al 2021.
Nel periodo “Gennaio-Aprile 2019-2020” (periodo di inizio pandemia e del lockdown nazionale), emerge un incremento nel volume di spesa per tutte le categorie, in modo particolare, le scelte dei consumatori si orientano verso prodotti con elevata conservabilità (Nomisma, 2021): uova (+15%) e ortaggi, carni e derivati dei cereali (+12%). Negli stessi mesi del periodo 2020-2021, invece, le uniche categorie a presentare un incremento sono: carni (+10%), ittici (+5%), bevande e alcolici -escluso il vino- (+3%).
Considerando il database Ismea-Nielsen Consumer Panel relativo ai volumi di spesa in Italia per i prodotti sfusi e confezionati (nel complesso), notiamo un incremento medio – tra il 2018 e il 2020- del +14%. Gli aumenti maggiori riguardano: uova fresche (+27%); miele (+24%); oli e grassi vegetali (+23%); vino e spumanti (+20%).
Per quanto riguarda le preferenze dei consumatori sui luoghi di spesa (nel Centro Italia), facendo riferimento al database Ismea-Nielsen Consumer Panel, la preferenza si concentra sui canali della distribuzione Moderna[1] (70%), nonostante con l’inizio della pandemia ci sia stata una crescita nei volumi delle vendite del settore “Discount”.