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9.2.2 Lo stato dell’economia circolare in Italia

Secondo il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)[1], l'Italia si posiziona al di sopra della media UE per gli investimenti nel settore e per la produttività delle risorse. Il tasso di utilizzo di materiale circolare in Italia si è attestato al 17,7 per cento nel 2017 e il tasso di riciclaggio dei rifiuti urbani al 49,8 per cento, entrambi al di sopra della media dell'UE. Nonostante nel PNRR siano riportate numerose misure che vanno in ottica di circolarità come: raggiungimento di una piena sostenibilità ambientale, miglioramento della gestione dei rifiuti, l’adozione di soluzioni di smart agriculture e bio-economia, la difesa della biodiversità e il rafforzamento della gestione delle risorse naturali, il nostro paese non ha ancora adottato una strategia nazionale per l'economia circolare.

L’ultimo rapporto sull’economia circolare in Italia curato dal Circular Economy Network- Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA)[2], riporta la prima posizione dell’Italia rispetto all’”indice di performance sull’economia circolare” del 2021.

 
Tabella 9.3 Indice di performance di economia circolare. Fonte: Rielaborazione CURSA su Circularity Gap Report, 2021

 

2021

Variazione rispetto al 2020

1°  Italia

79

2°  Francia

68

3°  Germania

65

3°  Spagna

65

4°  Polonia

54

 
Figura 9.5 Confronto valore economico per unità di consumo di materia  Fonte: Rielaborazione CURSA su Circularity Gap Report, 2021

Il rapporto 2021 riporta anche l’Indice di performance sulla gestione dei rifiuti e di performance sull’utilizzo delle materie prime seconde. Gli indicatori presi in considerazione per il calcolo dell’indice sono:

  • produzione dei rifiuti urbani;
  • produzione di tutti i rifiuti;
  • riciclo dei rifiuti urbani;
  • riciclo di tutti i rifiuti (indicatore con punteggio doppio);
  • smaltimento in discarica;
  • tasso di utilizzo circolare di materia.

Come notiamo dal grafico sottostante, l’Italia è sul podio con 32 punti. Il report segnala che sia l’Italia che la Francia sono stabili al primo e secondo posto ma perdono entrambe 1 punto rispetto all’indice del 2020.

 
Tabella 9.4 Indice di performance sulla gestione dei rifiuti e sull’utilizzo delle materie prime seconde nel 2021: i cinque principali paesi europei a confronto. Fonte: Rielaborazione CURSA su Circularity Gap Report, 2021

 

2021

Variazione rispetto al 2020

1°  Italia

32

2°  Francia

26

3°  Germania

23

 

3°  Spagna

21

 

4°  Polonia

18

 
Figura 9.6 Il riciclo dei rifiuti urbani 2019, dati Ispra Fonte: Rielaborazione CURSA su Circularity Gap Report, 2021
 
Figura 9.7 Consumo di risorse (barre colorate) e relative emissioni di gas serra (barre grigie) Fonte: Rielaborazione CURSA Circularity Gap Report, 2021

Il grafico rappresenta il consumo globale di risorse e le relative emissioni di gas serra e l’utilizzo delle risorse per assicurare i “bisogni della società”, relativo al 2019. Come si evince dalla figura 8, la produzione ed il consumo di alimenti comportano un quantitativo di emissioni importante (terza fonte tra quelle citate), in particolare a causa di allevamenti intensivi, il consumo eccessivo di carni rosse ed il livello di sprechi alimentari.

Sempre il Circularity Gap Report 2021[3] individua ben 21 misure di circolarità che avrebbero la capacità di tagliare ben il 39% delle emissioni globali relative ai bisogni elencati nella figura sovrastante.  A titolo esemplificativo si riportano una serie di misure che aiuterebbero a diminuire il quantitativo di emissioni nel comparto alimentare.

 
Figura 9.8 Bisogno sociale di nutrizione Fonte: Rielaborazione CURSA Circularity Gap Report, 2021

L’ultimo RAPPORTO SULL’ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA del 2021, redatto dal Circular Economy Network ed Enea[4], riporta l’andamento dell’economia circolare in Italia sulla base di una serie di indicatori sviluppati da diversi enti (ISPRA, EUROSTAT, ECC). Per una valutazione del livello di circolarità basata sulla gestione dei rifiuti, il rapporto riporta l’analisi di 4 indicatori:

  • produzione di rifiuti urbani e non;
  • riciclo di rifiuti;
  • smaltimento in discarica;
  • tasso di utilizzo delle materie prime seconde.

Secondo Eurostat, nell’Unione europea la produzione media di rifiuti urbani pro capite nel 2019 è stata pari a 502 kg/abitante. In Italia nello stesso anno ne sono stati prodotti 499 kg/abitante e considerando i valori degli ultimi 5 anni, la produzione di rifiuti si è aggirata intorno ad un valore di 490 kg in media.

In riferimento alla produzione media di rifiuti totali pro capite nel 2018, nell’Unione Europea ritroviamo un valore di 5.190 kg/abitante contro un valore italiano di 2.855 kg/abitante (quasi la metà rispetto al dato europeo).

 
Figura 9.10 Tasso di riciclo di rifiuti urbani nei principali paesi europei dal 2015 al 2019  Fonte: Rielaborazione CURSA su dati  Eurostat (per anno 2019 ISPRA) da RAPPORTO SULL’ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA 2021

Secondo dati ISPRA nel 2019 in Italia il tasso di riciclo dei rifiuti urbani è stato del 46,9 % in linea con le direttive in tema.

Il tasso di smaltimento in discarica a livello nazionale si è ridotto considerevolmente passando dal 31,5% nel 2014 al 21,5% nel 2018.

 
Figura 9.11 Tasso di utilizzo circolare di materia nei principali paesi europei dal 2015 al 2019  Fonte: Rielaborazione CURSA da dati Eurostat - RAPPORTO SULL’ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA 2021

In Europa il tasso di utilizzo circolare di materia nel 2019 è stato pari all’11,9%. Nello stesso anno In Italia abbiamo avuto un valore di 19,3%. Nel periodo 2010-2019 il tasso di input di utilizzo circolare di materia in Italia è passato da 11,5 a 19,3%. Questi valori rimangono ancora bassi in media in tutta Europa considerando le nuove tecnologie messe a disposizione per il riciclaggio dei materiali.