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7.3.4 Reti di solidarietà per la sicurezza alimentare

Nella Regione Lazio, secondo i dati Istat (2020), circa 600 mila persone vivono in condizioni di povertà. Negli ultimi anni, questi numeri si riferiscono non solo a persone disoccupate, ma anche a lavoratori dipendenti con retribuzioni lorde di circa 634 euro, cioè inferiori alla soglia di povertà relativa.

Il contesto territoriale della Regione presenta una forte diversificazione sociodemografica, una disparità della ricchezza tipica delle regioni in cui è presente una grande metropoli. Questo determina un aumento dell’incidenza dell’indice di disagio sociale e la necessità di attivare misure di contrasto alla povertà da parte sia delle Istituzioni pubbliche sia delle iniziative solidali della società civile. La pandemia ha avuto, quindi, un effetto devastante su una situazione socio-economica già compromessa, alimentando la nascita o il consolidamento di vecchie e nuovi progetti solidali di distribuzione dei beni alimentari (non necessariamente legati al circuito dello spreco).

Incrociando la mappa 7.14 sulla distribuzione delle iniziative solidali con la mappa di accessibilità al cibo 7.2, otteniamo la mappa 7.15 in cui è possibile notare che la quasi totalità dei Comuni della Città Metropolitana di Roma Capitale, classificate come aree “critiche” o con “bassa accessibilità”, si caratterizzano per un’assenza di una rete di solidarietà sul territorio (sulla mappa, indicate dal colore rosso scuro). Soltanto il Municipio V, VI e VII, aree critiche, presentano più di cinque iniziative solidali.

Figura 7.15 Le iniziative solidali nella Città Metropolitana di Roma Capitale. Fonte: Elaborazione CURSA 
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Figura 7.16 Accessibilità al cibo e presenza di iniziative solidali nella Città Metropolitana di Roma Capitale. Fonte: Elaborazione CURSA 
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Di seguito, alcune iniziative della società civile impegnate in progetti di sicurezza alimentare:

  • Progetto solidale “la spesa sospesa”: la spesa sospesa è un’iniziativa di solidarietà per sostenere le famiglie in difficoltà a causa della pandemia da Covid-19. È stato lanciato dal Municipio I, grazie ad un accordo con alcuni supermercati. Le persone possono offrire il loro contributo, acquistando beni di prima necessità e lasciandoli negli spazi dedicati. Ogni sera, i beni donati vengono raccolti dai volontari ACLI di Roma, Binario 95, Caritas, Croce Rossa, Comunità di Sant'Egidio e altre iniziative, per poi essere redistribuiti alle persone in difficoltà.
  • Gruppi di acquisto condominiali organizzati da Ress: la Ress (Rete Romana di Economia Sociale e Solidale) ha avviato una campagna per sostenere i piccoli produttori locali e le cooperative sociali, attraverso i “Gruppi d’acquisto condominiali”. A seguito della chiusura dei mercati contadini e dei mercati rionali (durante il periodo del lockdown), la possibilità di vendere i loro prodotti si è ridotta notevolmente. L’idea prevede un sostegno dell’economia locale, mettendo in collegamento diretto i gruppi di famiglie di un condominio o vicini di casa o di quartiere, consentendo loro di potersi auto-organizzare per ordinare insieme la spesa settimanale che gli verrà consegnata a domicilio. 
  • Nonna Roma: un gruppo di ragazzi e ragazze nel 2017 realizza un banco del mutuo soccorso. Un progetto, fortemente sostenuto dal Comitato Arci di Roma e dalla Cgil di Roma e del Lazio, che ha come obiettivo quello di contrastare la povertà e le disuguaglianze economiche e sociali della città. La denominazione “Nonna Roma” deriva dal sentire collettivo che vede nella figura di una nonna, una persona che dispensa solidarietà e sostegno. L’attività di Nonna Roma si struttura come un banco alimentare di mutuo soccorso con finalità perequativa, recuperando e distribuendo generi alimentari e prodotti per l’igiene personale alle famiglie in condizioni di povertà assoluta o relativa. Il cibo non solo è un elemento essenziale ma diviene anche il punto di accesso e di intercettazione del bisogno della comunità, favorendo l’attivazione di una rete di servizi attorno alla persona, per consentire agli utenti di uscire da una condizione di disagio e marginalità economica e sociale.
  • “BARIKAMÀ” (nella lingua Bambarà significa “Resiliente”): è una cooperativa sociale che coniuga l’obiettivo dell’integrazione sociale dei migranti con l’importanza di un’agricoltura sostenibile. Con la pandemia, a questi obiettivi si è aggiunto, attraverso il progetto delle “Cassette Sospese”, anche quello di garantire, alle persone in difficoltà, un accesso sicuro al cibo proveniente dalla filiera corta e prodotto senza sfruttamento della manodopera agricola.