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12.1 Start-up innovative nel settore food

La start-up innovativa è un’impresa giovane, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita e rappresenta per questo uno dei punti chiave della politica industriale italiana. Nel 2012, il D.L. 179/2012 ha introdotto alcune misure specifiche a sostegno di tale tipologia di impresa per supportarle durante il loro ciclo di vita (nascita, crescita, maturità). Con questo pacchetto, oltre a sviluppare un ecosistema dell’innovazione dinamico e competitivo, creare nuove opportunità per fare impresa e incoraggiare l’occupazione, si vuole promuovere una strategia di crescita sostenibile.

L'obiettivo è di contribuire al consolidamento di una nuova cultura imprenditoriale e creare un contesto maggiormente favorevole all'innovazione, in grado di attrarre “talenti” e capitali dall'estero. La start-up innovativa viene infatti definita come la “società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, le cui azioni o quote rappresentative del capitale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione”. Inoltre, una start-up è innovativa se rispetta almeno 1 dei seguenti 3 requisiti soggettivi:

  • sostiene spese in R&S e innovazione pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione;
  • impiega personale altamente qualificato (almeno 1/3 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 2/3 con laurea magistrale);
  • è titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o titolare di un software registrato.

Le agevolazioni per le start-up innovative sono di varia natura: costituzione digitale e gratuita della start-up, incentivi fiscali all’investimento nel capitale di start-up innovative, accesso gratuito e semplificato al Fondo di Garanzia per le PMI, Smart & start Italia (finanziamenti agevolati per start-up innovative localizzate sul territorio nazionale), trasformazione in PMI innovative senza soluzione di continuità, esonero da diritti camerali e imposte di bollo, raccolta di capitali tramite campagne di equity crowdfunding, servizi di internazionalizzazione alle imprese (ICE), deroghe alla disciplina societaria ordinaria, disciplina del lavoro flessibile, proroga del termine per la copertura delle perdite, deroga alla disciplina sulle società di comodo e in perdita sistematica, remunerazione attraverso strumenti di partecipazione al capitale, esonero dall’obbligo di apposizione del visto di conformità per compensazione dei crediti IVA, fail Fast (procedure semplificate in caso di insuccesso della propria attività).

Di seguito sono riportati i requisiti per la definizione di start-up innovativa e di PMI innovativa:

REQUISITI

START-UP innovative
(art. 25, commi 2 e 3, DL 179/2012)

PMI innovative
(art. 4, comma 1, DL 3/2015)

Società di capitali, costituita anche in forma cooperativa

Non quotata

Sì, ma può quotarsi su una piattaforma multilaterale di
negoziazione

Residente in Italia o in Paese Ue ma con sede o filiale in Italia

Delimitazioni temporali

Nuova o attiva da meno di 5 anni + regime speciale
per   le   società   costituite   da   meno   di   4   anni dall'entrata in vigore del DL 179/2012

Non  ci  sono  delimitazioni  temporali,  ma  dev'essere  in
possesso di almeno un bilancio certificato, quindi non si applica a società nuove

Delimitazioni dimensionali

Meno di 5 milioni di fatturato annuo

PMI   ai   sensi   della   raccomandazione   2003/361/CE (meno  di  250  dipendenti  e  fatturato annuo  inferiore a 50 milioni/attivo dello stato patrimoniale inferiore a 43
milioni)

Divieto di distribuzione degli utili

No

Delimitazioni nell’oggetto sociale

Deve     afferire     alla     produzione,     sviluppo     e commercializzazione  di  beni  o  servizi  innovativi  ad
alto valore tecnologico

No

Criteri opzionali per rilevare il carattere di innovazione tecnologica

Almeno 1 su 3 di:
·    15% del maggiore tra costi e valore totale della produzione riguarda attività di ricerca e sviluppo
·    Team  formato  per  2/3  da personale  in  possesso di    laurea    magistrale;    oppure    per    1/3    da dottorandi, dottori di ricerca o laureati con 3 anni di esperienza in attività di ricerca certificata
·    Depositaria o licenziataria di privativa industriale, oppure titolare di software registrato

Almeno 2 su 3 di:
·   3%  del  maggiore  tra  costi  e  valore  totale  della produzione riguarda attività di ricerca e sviluppo
·   Team  formato  per  1/3  da  personale  in  possesso  di laurea  magistrale;  oppure  per  1/5  da  dottorandi, dottori di ricerca o laureati con 3 anni di esperienza in attività di ricerca certificata
·   Depositaria  o  licenziataria  di  privativa  industriale, oppure titolare di software registrato

Nel 2016, si registravano in Italia 5.623 start-up innovative, in aumento di 1.698 unità (+43,3%) rispetto al 2015. La regione più “innovativa” risulta essere la Lombardia, che conta 1.225 start-up – pari al 21,8% del totale nazionale – seguita da Emilia Romagna e Lazio che vedono la presenza di 656 e 567 unità, rispettivamente. Il numero di start-up innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese cresce in termini percentuali a un ritmo decisamente più sostenuto nella provincia di Roma che nella media nazionale: nel 2015 si registrano 163 start-up innovative in più (+49,5%) rispetto all’anno precedente di cui ben 150 con sede nel comune di Roma. Il fenomeno è rilevato, dunque, in progressiva crescita: nella provincia di Roma si tratta soprattutto di società di piccole dimensioni con un numero di addetti inferiore o uguale 4 unità, costituite per l’81,9% del totale in forma di “Società a Responsabilità Limitata” e aventi un capitale sociale inferiore a 50 mila euro nel 90,5% dei casi (Italia: 87%)[1].

 

[1] Camera di Commercio di Roma, Ufficio Studi (2016). Startup & PMI innovative in provincia di Roma.
 
Grafico 12.1 Percentuale delle start-up innovative per classe di capitale. Anno 2016. Elaborazioni CURSA su dati Camera di Commercio di Roma.