Atlante del cibo

Utilizzando il database Nielsen Consumer Panel, è possibile calcolare la stima relativa alla composizione dei consumi nella Città metropolitana di Roma Capitale (CMRC), partendo dal volume di spesa registrato nel Centro Italia[1].

La dieta che emerge nel 2020 sembra essere caratterizzata soprattutto dal consumo di: bevande ed alcolici (escluso vino); uova fresche; ortaggi e legumi; derivati dei cereali e frutta; latte e derivati.

Utilizzando il database “Su-Eatable Life”[1] della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN) relativo al progetto Life[2], è possibile elaborare una stima dell’impronta ecologica relativa alla dieta che si è affermata nel periodo pandemico nella Città metropolitana di Roma Capitale.

Con riferimento al volume di spesa complessivo di tutti i canali di vendita[1], e per le diverse macro-categorie alimentari, si è proceduto con il calcolo della media dei coefficienti di consumo di CO2 equivalente (eq) e di acqua consumata per i principali prodotti alimentari, moltiplicandoli -successivamente- per i volumi di spesa[2].

I gruppi alimentari a cui è associato un consumo maggiore di CO2 e di acqua sono: “bevande ed alcolici (escluso vino)”; “uova”, “latte e derivati”, e “carni”.

Per poter comprendere l’impatto ecologico dei consumi nella CMRC, è utile confrontarli con la dieta sana e sostenibile elaborata da Minotti (2021) utilizzando il database Barilla (2021). Una dieta studiata sulla base del modello della doppia piramide alimentare che evidenzia la stretta correlazione tra la nostra salute nutrizionale e la salute del pianeta. La dieta, infatti, promuove modelli di consumo incentrati principalmente su frutta e verdura, cereali, latte e derivati.

Confrontando la dieta sana e sostenibile realizzata sul modello della doppia piramide (elaborazioni di Minotti, 2021), con la dieta che emerge dai consumi della CMRC[1], notiamo che quest’ultima presenta un consumo pro-capite settimanale del +30% rispetto alle quantità presenti nel modello della dieta sana. Questo dato risulta correlato in parte alla presenza di categorie alimentari come “salumi”, “bevande e alcolici (escluso il vino)”, “vino e spumanti”, “altri prodotti alimentari”, assenti nel modello di dieta elaborato da Minotti, ma anche dal consumo intensivo di alcune categorie come: ittici (+563%), carni (+24%), olii e grassi vegetali (+1319%) e uova fresche (+64%). Contrariamente, le tipologie di alimenti consigliati nell’ambito di una dieta sostenibile, si presentano nella CMRC in forma deficitaria: frutta (-86%), verdura (-64%), cereali (-80%), latte e derivati (-83%).

Queste differenze si riflettono anche nel calcolo della CO2 e dell'acqua consumata. Confrontando i Kg di CO2 e litri di acqua calcolati da Minotti e associati alla dieta sana e sostenibile, con quelli derivanti dalla dieta nella CMRC (entrambi calcolati a livello pro-capite e settimanale), notiamo che la dieta sana presenta un consumo maggiore di C02 (+24%) ma comporta un risparmio di acqua del 100% rispetto ai modelli di consumo adottati all’interno di CMRC.