Associazione Genitori Scuola "Di Donato"
Una primavera del 2003 a Roma una scuola abbandonata nel cuore multietnico del rione Esquilino diventa il motore di un riscatto di una comunità del territorio degradato, attraverso la nascita di una associazione di genitori che, attraverso diverse attività, ha aperto i cancelli della scuola alla città, il pomeriggio, il sabato, la domenica, d’estate e ha aperto la scuola alla sua presenza diffusa nella città.
La Di Donato/Manin era la “scuola degli stranieri” e un preside lungimirante e coraggioso ebbe l’idea di valorizzare la ricchezza di una comunità dove erano presenti famiglie di quarantacinque paesi diversi del mondo (e di venti regioni italiane) e la trasformò in una scuola “internazionale”, un luogo dove i nostri figli viaggiano per il mondo andando a scuola al centro di Roma.
Il preside, Bruno Cacco, affidò questo compito ai genitori della scuola come naturali mediatori tra l’istituzione scolastica e il suo territorio, ebbe fiducia nella generatività di un dialogo possibile estendendo l’idea stessa di scuola. E spinse quei genitori a essere più cittadini che sudditi, prendendo per mano la propria comunità e conducendola verso una città a misura di bambini e, quindi, di tutti. Quando a marzo 2020 le porte delle scuole si sono chiuse, l'associazione dei Genitori della Scuola "Di Donato" non ha cessato le proprie attività.
Infatti, dopo poco tempo dalla chiusura, l'associazione ha lavorato per rendere il cortile della Di Donato una piccola piazza digitale, fatta di tante connessioni, tutte diverse. Innanzitutto il mutuo soccorso: aiuto a richiedere i bonus predisposti dalle istituzioni, aiuto a richiedere i tablet che la scuola ha subito distribuito a chi ne faceva richiesta, aiuto a capire e gestire la piattaforma per la DaD o, ancora, aiuto a fare la spesa o a trovare un medico di base.
Allo stesso tempo sono stati organizzate anche lezioni di scacchi online, esercizi di kung fu sul terrazzo condominiale, il calcetto con lo slalom tra le scarpe e le parate sul letto, il teatro, la danza, le letture e l’aiuto nei compiti, grazie a una fondamentale sinergia con i/le docenti, che ha permesso anche a bambine e bambini con maggiori difficoltà di non rimanere indietro.