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Decreto clima: le misure per la tutela dell’ambiente

Il decreto clima rappresenta un primo passo per il contrasto ai cambiamenti climatici. Con misure positive, concrete, destinate a coinvolgere le amministrazioni a più livelli, esperti e cittadini, punta al cambio di paradigma culturale volto alla protezione dell’ambiente e della biodiversità.

Nove articoli per intervenire in tutti quei settori considerati vulnerabili ai cambiamenti climatici. Sono quelli del cosiddetto Decreto Clima (DL del 14.10.2019 n. 111), che detta misure urgenti in materia di acqua, agricoltura, biodiversità, costruzioni ed infrastrutture, ma anche energia,  salute umana, suolo e trasporti.
La logica è quella di incentivare comportamenti ed azioni virtuose, programmando una serie di interventi a più livelli, in grado di coinvol­gere amministrazioni e cittadini. 

In quelle venti pagine il decreto - poi trasformato in legge nel dicembre 2019- introduce il Buono Mobilità, ovvero un incentivo di 1500 euro per la rottamazione dell’auto fino alla classe euro 3, e fino a 500 euro per i motocicli sino agli euro 2 e 3 a due tempi, per un totale di 255 milioni di euro. Si spera in questo modo di ridurre le emissioni climalteranti.

Sono 40 invece i milioni di euro destinati ai comuni per la realizzazione, il prolungamento, l’ammodernamento o la messa a norma delle corsie preferenziali. L’obiettivo è velocizzare il trasporto pubblico locale, incentivandone l’uso. Sempre per i Comuni, il decreto Clima prevede anche un fondo di 20 milioni per acquistare scuolabus green e incentivare così il trasporto scolastico con mezzi ibridi o elettrici.

Questione foreste urbane. Gli alberi, si sa, hanno un ruolo importante per il contrasto ai cambiamenti climatici grazie al loro ruolo di stoccaggio della CO2. Per questo, il decreto ha stanziato 30 milioni di euro per la piantumazione o il reimpianto di nuovi alberi e per la creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane.

Novità importanti anche per i parchi nazionali, che col Decreto Clima cambiano nome e diventano le ZEA, ovvero zone economiche ambientali. Sono previste agevolazioni fiscali ai comuni dell’area o a chiunque volesse aprire attività imprenditoriali ecosostenibili al loro interno.

Pe quanto riguarda la questione discariche, l’articolo 5 introduce più poteri, risorse e uomini per i commissari che si occupano di bonificare le discariche abusive e la depurazione delle acque. L’obiettivo è scardinare il modello Italia delle infrazioni ambientali.

Per stimolare la competizione green del Paese, viene istituito il Programma Italia Verde, per eleggere e premiare la Capitale Verde d’Italia, ovvero la città che avrà presentato progetti di riconversione green più innovativi ed efficaci. In palio ci sono 3 milioni di euro, anche per tutto il 2022.

Sempre in ambito “green”, al via finalmente la sperimentazione dei Green Corner, ovvero angoli all’interno di negozi o botteghe per la vendita dei prodotti sfusi e alla spina, un po’ come si faceva negli anni ’50, prima che i flaconi di plastica prendessero il sopravvento. I commercianti avranno diritto a una cifra massima di 5 mila euro ciascuno per la realizzazione del proprio “Green Corner”. E a proposito di imballaggi di plastica, nel decreto c’è spazio anche per 27 milioni di euro destinati a comuni ed esercizi commerciali della grande distribuzione che vorranno dotarsi di macchinette mangia-plastica.

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