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"Le Pari Opportunità vanno a scuola", a Palazzo Valentini l'incontro con studentesse e studenti

Al centro del progetto: il contrasto agli stereotipi di genere, la lotta contro la discriminazione e la violenza di genere, l'accesso alle materie STEM e la promozione della parità di opportunità nel mondo del lavoro.

"Le Pari opportunità vanno a scuola" e per la prima volta coinvolgono anche le bambine e i bambini delle ultime due classi della scuola primaria.

Il progetto - che nell'anno scolastico in corso, 2023/2024, ha coinvolto circa 600 studentesse e studenti provenienti da sei Comuni della Città Metropolitana di Roma Capitale - ha portato sui banchi tematiche quali: il contrasto agli stereotipi di genere, la lotta contro la discriminazione e la violenza di genere, l'accesso alle materie STEM e la  promozione della parità di opportunità nel mondo del lavoro.

Il 1 marzo scorso, a Palazzo Valentini, la Consigliera di Parità della Città Metropolitana Gianna Baldoni, ha incontrato studentesse e studenti. Al tavolo anche la Consigliera delegata alle Politiche Sociali e Pari Opportunità, Tiziana Biolghini, e il Consigliere delegato all'edilizia scolastica della Città Metropolitana, Daniele Parrucci.

Dopo i saluti istituzionali, hanno preso la parola la formatrice del progetto Loona Tirabassi e la Consigliera delegata alle Pari Opportunità del Comune di Monterotondo, Alessandra Clementini, anche promotrice del progetto nelle scuole del proprio comune. Successivamente, sono stati ascoltati interventi dagli studenti dei licei Giuseppe Peano di Roma e Gaio Valerio Catullo di Monterotondo.

Il progetto "Le Pari opportunità vanno a scuola" è nato nel 2006, con il contributo scientifico del Dipartimento di Filosofia dell'Università Roma Tre, e ha coinvolto soprattutto gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, i centri di formazione professionale e gli istituti di istruzione secondaria di primo grado.

Nell'anno scolastico in corso, per la prima volta, il programma ha visto la partecipazione anche delle bambine e dei bambini delle ultime due classi della scuola primaria. Tra i banchi, una metodologia  interattiva e partecipata, con attività e linguaggi adattati alle esigenze specifiche dei partecipanti, ha consentito di coinvolgere anche i più piccoli. 

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