Programma strategico di sviluppo locale nelle periferie
La strategia configurata consiste nel sostenere le economie locali e il welfare comunitario e nell’attivare percorsi di autonomia, valorizzando le energie sociali, le reti e le forme collaborative su base territoriale e secondo un approccio integrato.
Concretamente è possibile individuare alcuni campi di azione per l’innesco dei processi di sviluppo locale, tenendo a mente che l’approccio può variare al variare del contesto.
Un primo asse di intervento riguarda il campo educativo e coinvolge le biblioteche e le scuole, spesso le uniche istituzioni realmente presenti nei territori. Più in generale il vasto campo della cultura e della gestione del patrimonio culturale costituisce uno dei cardini dello sviluppo integrato, producendo lavoro, infrastrutture, innovazione, attrattività.
Una seconda linea d'azione riguarda il tema del lavoro e della produzione. Le filiere agroalimentari rappresentano una grande opportunità. Un’altra filiera economica interessante è quella della manutenzione e ristrutturazione edilizia, in grado di introdurre elementi di innovazione nel campo dell'efficienza energetica e sviluppare l'imprenditorialità locale e giovanile. Altre filiere interessanti possono essere quelle dell’autoproduzione e dell’artigianato digitale ad alto contenuto innovativo.
Il terzo campo di azione è quello dei servizi locali e del welfare di quartiere, che può essere declinato attraverso la promozione di "poli civici". L’idea è quella di far leva sul patrimonio immobiliare eccedente e in disuso per produrre insieme agli abitanti forme innovative di welfare.
È possibile implementare la sostenibilità economica sul lungo periodo in questi poli anche attraverso la collocazione in tali spazi di attività economiche a finalità semi-profit per permettere la nascita di piccole economie locali collaboranti alle attività socio-culturali.
L’obiettivo è quello della circolarità economica nell’ottica di consentire ai progetti (a regime) di autosostenersi nel tempo.
e attività previste dovrebbero essere comunque inserite all’interno del paradigma dell’economia trasformativa, ovvero quell’insieme di attività economiche che mettono al centro la dimensione ecologica e sociale.