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direttrice strategica

Agricoltura sostenibile e forestazione

Una metropoli che mette in campo azioni con l’obiettivo di ridurre la CO2, attraverso il rafforzamento di green e blue infrastructures anche come servizi pubblici e reti ecologi­che, che applica strumenti di governo del territorio verso un futuro più sostenibile. Una metropoli che valorizza le sue risorse naturali e ambientali: la biodiversità, le acque, i suoli. Una metropoli che gestisce il sistema locale del cibo attraverso l’implementazione di filie­re corte e nuovi rapporti città campagna, dove le due parti sono in equilibrio e a servizio l’una dell’altra. Una metropoli che riconosce i servizi ecosistemici per il superamento della frammentazione ecologica ed economica. Una metropoli che applica azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e per il benessere territoriale, anche attraverso azioni di forestazione.

Obiettivi

La capacità di produrre una quantità sempre maggiore di cibo per la domanda interna è un obiettivo raggiungibile, agendo, sia sulle strutture ed infrastrutture produttive (tutela delle aree con maggiore capacità produttiva, riconversione delle aree produttive verso le filiere locali, creazione di strutture di stoccaggio, ecc.), sia sulle diete dei singoli cittadini, favorendo regimi alimentari plant-based che aumentino la capacità di approvvigionamento locale.

Si intende quindi promuovere iniziative volte a distribuire il numero di turisti in tutta la Città metropolitana di Roma Capitale, anche in quei comuni che risultano avere ad oggi una bassa capacità ricettiva, trovando su questi territori un’identità attrattiva per i diversi mercati che compongono il settore turistico.

Azioni strategiche e operative

  • Istituire un Distretto del Cibo di Prossimità metropolitano, che mira a  costruire processi di integrazione fra diverse attività agricole e tra esse e altre attività locali, al fine di diversificare e ampliare, in chiave strutturata e sistemica, la produzione di beni e servizi, derivanti dalle attività agricole, di particolare qualità;
  • Istituire un Parco agricolo diffuso multifunzionale, per la programmazione, trasformazione e gestione territoriale per permettere interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione di aree agricole. All’interno di tale processo possono inserirsi istituzioni locali, aziende agricole ed enti del Terzo Settore al fine di promuovere lo sviluppo dell’agricoltura locale. Inoltre, il parco agricolo multifunzionale si costituirà come uno spazio intermedio di collegamento tra area urbanizzata e territori interni, incentivando il passaggio dalla monocultura alla differenziazione agricola con infrastrutturazione agroecologica dei coltivi;
  • Contrastare il caporalato e favorire l’occupabilità di persone con disabilità nel settore dell’agricoltura e percorsi di inclusione lavorativa per migranti e richiedenti asilo; favorire il ricambio generazionale in agricoltura e l’imprenditorialità e la presenza femminile nel settore agroalimentare;
  • Individuare e mappare le Aree Agricole con Alto valore Alimentare (e Naturalistico) programmando appositi strumenti economici e di pianificazione per evitare il consumo di suolo e l’abbandono;
  • Favorire la rigenerazione urbano-rurale riconvertendo aree abbandonate alla produzione agricola attraverso programmi – anche sperimentali – di agricoltura verticale, dando vita a programmi di autoproduzione, realizzando orti sui tetti pubblici e privati con funzioni produttive, sociali e ambientali; 
  • A valle della definizione del quadro conoscitivo e della costruzione di un Atlante del Cibo di Roma Metropolitana, si prevede la pubblicazione di un Piano del cibo Metropolitano che include anche un piano di Monitoraggio ed un processo partecipativo;
  • Supporto agli enti locali nella pianificazione e nella gestione di sistemi del cibo più sostenibili;
  • Favorire l’accesso alla terra, anche attraverso una Banca della terra metropolitana delle aree pubbliche disponibili e delle aree abbandonate

Congiuntamente rispetto all’obiettivo 7.1 si intende creare un riequilibrio del sistema del cibo di Città metropolitana, agendo in maniera integrata sui fenomeni di spreco alimentare e di food desert (aree dove l’accesso al cibo non è garantito).

L’obiettivo mira, dunque, alla riduzione di fenomeni di spreco alimentare, ad un’efficace gestione delle eccedenze alimentari, alla promozione della costruzione di reti tra diverse realtà sociali attive sullo stesso territorio e delle azioni di mutuo aiuto che interessano la catena di distribuzione.

Azioni strategiche e operative

  • Ridurre i fenomeni di spreco alimentare e gestire le eccedenze alimentari in tutta la filiera (produzione, distribuzione, consumo) implementando le politiche e sensibilizzando la popolazione, anche attraverso percorsi di educazione alimentare nelle scuole;
  • Condurre azioni di monitoraggio della povertà alimentare come implementazione dell’Osservatorio costituito da Città metropolitana;
  • Lavorare sulla distribuzione attraverso lo sviluppo del CAR (Centro Agroalimentare Roma) in coerenza con l’ampliamento previsto di 1500 unità. Il progetto di ampliamento mira a ridurre l’impatto ambientale attraverso soluzioni innovative per il ciclo del prodotto, la gestione del sistema e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di diventare un Hub strategico a livello nazionale e internazionale.

La questione del cibo è una realtà complessa e multiforme, che coinvolge gli ambiti legati all’economia, all’ecologia, al territorio, alla salute, alla logistica. Riconoscendo l’importanza del trattamento integrato di questo argomento, CmRC si dota di strumenti di policy e di governance per la gestione integrata delle politiche del cibo.

Azioni strategiche e operative

  • Promuovere e sostenere l’aggiornamento partecipativo dell’Atlante del cibo;
  • Apertura del Portale dell’Agricoltura e del Cibo di Roma Metropolitana, dedicato alla presentazione dell’offerta e dei serviz
  • Istituzione dell’Ufficio per il Piano del Cibo, per il supporto tecnico ai comuni, e la governance istituzionale;
  • Istituzione del Consiglio del Cibo della Città metropolitana;
  • Costituzione del Distretto del Cibo di Roma Metropolitana, uno strumento di governance e sviluppo.

La produzione agricola del territorio della CmRC consentirebbe di sviluppare un sistema di GPP (Green Public Procurement) per l’approvvigionamento delle mense delle strutture pubbliche (es. scuole, ospedali) sostenendo le filiere locali completando e rafforzando, ove necessario, le strutture produttive e di trasformazione.

I GPP consistono nell’integrazione di considerazioni relative alla sostenibilità ambientale all’interno delle procedure di acquisto della Pubblica Amministrazione: sono gare in cui la scelta di prodotti e servizi tende a minimizzare gli impatti ambientali e, per tal fine, è necessaria la valutazione degli impatti ambientali. I GPP hanno progressivamente assunto un ruolo di rilievo nelle politiche ambientali adottate dall’Unione Europea nell’ottica dello sviluppo sostenibile.

Azioni strategiche e operative

  • Promuovere appalti pubblici sostenibili di approvvigionamento alimentare; 
  • Fornire supporto alla costruzione di un’alleanza tra le Commissioni mensa e le famiglie, e alla formazione degli insegnanti e dei cuochi;
  • Promuovere la realizzazione di orti e l’inserimento di prodotti freschi e di qualità, nonché di menù solidali con prodotti provenienti dall’agricoltura sociale, nelle scuole, nelle università, nelle carceri, e negli ospedali.

Il territorio di CmRC condivide con le grandi aree metropolitane europee e italiane le pro­blematiche connesse al consumo di suolo e alla conseguente riduzione o perdita dei servizi ecosistemici (SE), che impongono una decisa svolta nell’azione di governo. Pertanto è obiet­tivo di lungo periodo e di scala metropolitana sviluppare un approccio integrato climate proof planning, con particolare attenzione ai temi delle reti ecologiche e della funzionalità ecosistemica, e aumentare quindi la resilienza climatica anche attraverso la forestazione (agroforestry).

Inoltre, in coerenza con la Strategia Europea per le Green Infrastructures (COM 2013/249) ci si pone l’obiettivo di costruire o ricostituire infrastrutture verdi che fer­mino la perdita di biodiversità. La Città Metropolitana è il contesto ideale perché tanto più vasta ed integrata è la progettazione delle green e blue infrastructures, maggiore sarà la sua efficacia nell’aumentare il benessere ecologico della regione metropolitana e il benes­sere dei cittadini che la vivono anche nella fruizione quotidiana degli spazi pubblici. L’obiet­tivo è quello di far diventare i territori metropolitani i polmoni verdi del Lazio attraverso progetti innovativi.

Azioni strategiche e operative

  • Incrementare il verde urbano attraverso la pianificazione e progettazione di nuove aree verdi e monitorare il network delle infrastrutture verdi (green infrastructures) in ambiente urbano (Forestazione Urbana Sostenibile);
  • Supportare la realizzazione delle Reti Ecologiche Locali (REL); 
  • Conservare e implementare una rete ecologica polivalente e multifunzionale che si integri al tessuto agricolo e fornisca servizi ecosistemici per la popolazione;
  • Contrastare la tendenza alla saldatura del tessuto urbano e conservare cunei verdi e varchi, in particolare nelle aree intercluse che presentano un’alta valenza ecologico-relazionale;
  • Promuovere le attività dei contratti di fiume in corso per il mantenimento e la valorizzazione della valenza ecologica e della mobilità fluviale e del sistema delle acque (blue infrastructures);
  • Incentivare la fruibilità pedonale e ciclabile delle sponde e dei contesti fluviali.

Adottando il concetto di metabolismo metropolitano, che comporta una prospettiva riunificante della realtà urbana e di quella rurale, si intende promuovere la coprogettazione della resilienza alimentare territoriale connettendo tramite il paradigma della sostenibilità le aree urbane, periurbane e rurali della CmRC. Per avviare questo processo sono fondamentali le aziende agricole, vero motore del rafforzamento del rapporto tra città e campagna.

Azioni strategiche e operative

  • Sostenere e sviluppare varie forme di filiera corta, dalla vendita diretta ai Farmers Markets, creando uno o più Hub logistici in collaborazione con il CAR (Centro Agroalimentare Roma) e in connessione con i mercati rionali. Sostenere e sviluppare filiere locali completando e rafforzando, ove necessario, le strutture produttive e di trasformazione, anche attraverso forme collettive di uso;
  • Favorire l’impiego di prodotti a Km0 nelle mense scolastiche e nelle filiere corte, creando un marchio “ombrello” (come la denominazione di origine Marchio Roma) per tutti i prodotti locali che rispettino standard ambientali e sociali. Infine, coinvolgere la ristorazione per favorire l’offerta di qualità, riconoscendo l’attribuzione del Marchio Roma agli esercizi commerciali che sviluppano filiere corte, combattono lo spreco e contengono i prezzi;
  • Favorire l’accesso al mercato dei piccoli produttori del sud del mondo;
  • Promuovere il settore della vendita diretta. Rafforzare ed estendere la rete AFN;
  • Promuovere azioni in Sinergia con Agrifood Roma 2030 (piano strategico redatto dall’Assessorato allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro e dall’Assessorato all’Urbanistica di Roma Capitale in collaborazione con Camera di Commercio e dedicato al settore agroalimentare). Il piano si articola su 7 drivers: 1. L’agricoltura e la campagna romana; 2. L’identità agricola e alimentare: le produzioni romanesche; 3. I mercati romani e le filiere corte; 4. Il futuro della ristorazione romana; 5. Innovazione, sostenibilità e ricerca per il futuro del sistema agroalimentare romano; 6. La logistica e la gestione dei flussi e la sicurezza alimentare di Roma; 7. Roma capitale dell’agroalimentare: la comunicazione e il marketing territoriale;
  • Promuovere la diffusione di buone pratiche come gli orti urbani e l’agricoltura periurbana;
  • Avviare politiche di indirizzo nei confronti dei comuni per trasformare i margini urbani in fronti urbani che si affacciano sulle aree agricole rinnovate.

L’agricoltura e la zootecnia rappresentano attività inquinanti. È pertanto obiettivo della CmRC arrivare alla parità carbonica in questi settori produttivi. Le aziende agricole e gli at­tori locali hanno un ruolo cruciale nel raggiungimento di questo obiettivo, verso una totale decarbonizzazione del sistema produttivo agricolo e del sistema del cibo nel lungo periodo.

Azioni strategiche e operative

  • Favorire processi di innovazione organizzativa, gestionale e tecnologica per le aziende agricole, la messa in rete degli attori locali per l’economia circolare. Favorire la nascita di imprese innovative attraverso la semplificazione e la consulenza per l’accesso ai finanziamenti;
  • Promuovere un sistema produttivo più sostenibile con una riduzione delle emissioni di CO2 in un’ottica di totale decarbonizzazione del sistema produttivo agricolo e del sistema del cibo. Aumentare la produttività agricola ed il valore aggiunto della produzione agricola;
  • Favorire la conversione delle aziende in biologico. Intervenire sulle fasi produttive e di distribuzione del settore agroalimentare.

L’insieme configurato dagli elementi di pregio, che sino a pochi anni fa poteva ritenersi costitutivo delle reti ecologiche locali, non appare infatti più sufficiente nemmeno ai fini di conservazione della biodiversità che ne erano il presupposto e che costituiscono il fulcro della rete; la stessa tutela degli habitat presuppone infatti ormai la preservazione delle dinamiche di interazione tra matrici ambientali (aria, acqua, suoli) che supportano i servizi ecosistemici (equilibrio dei suoli, depurazione delle acque, assorbimento delle polveri) e il cui ruolo appare sempre più cruciale per concorrere al contenimento delle vulnerabilità territoriali ai rischi climatici (intercettazione delle piogge, mitigazione delle isole di calore, ecc.), o nel lungo termine per prevenirle governando l’assetto del territorio in funzione di un diffuso adattamento al clima.

Azioni strategiche e operative

  • Coordinare le strategie di tutela, valorizzazione e adattamento in coerenza con i finanziamenti PNRR per il Paesaggio rurale (M1C3 Turismo e cultura, Investimento 2.2 per la Tutela e valorizzazione del paesaggio rurale);
  • Favorire l’aumento della produzione in biologico con un aumento degli stock di CO2 nel terreno e attraverso la promozione di tecniche specifiche (come l’agricoltura biologica, l’agro-forestazione, la permacultura, ecc.) e attraverso il recupero della sostanza organica;
  • Tutelare il patrimonio storico-memoriale diffuso dei casali e gli impianti colturali estensivi del paesaggio agrario storico;
  • Tutelare le permanenze colturali, semi naturali e gli alberi monumentali;
  • Tutelare e restaurare le formazioni ripariali anche a fini di supporto delle funzioni autodepurative degli ambienti idrico-fluviali
  • Monitorare lo stato della biodiversità locale e le condizioni di evoluzione degli habitat, in coerenza con le metodologie sviluppate dall’Agenzia Europea per l’ambiente di verifica dello stato di avanzamento delle Strategie per la Biodiversità;
  • Supportare le collaborazioni didattico-scientifiche con le scuole;
  • Aumentare la capacità di autoproduzione energetica delle imprese agricole (con interventi compatibili sotto il profilo ambientale e paesaggistico);
  • Favorire le attività di conoscenza del patrimonio naturale (visite guidate, birdwatching, ippovie);
  • Supportare la diffusione del biologico con strategie rivolte alle aziende di eccellenza ma maggiormente in difficoltà nelle riconversioni produttive e alle aziende meno competitive, suscettibili di abbandono.

CmRC riconosce nella governance collaborativa uno strumento essenziale per il governo territoriale, da diffondere e sostenere. CmRC riconosce gli attori coinvolti nei diversi accordi come interlocutori per il governo del territorio, per la realizzazione degli obiettivi di Svilup­po Sostenibile. Questi sono da sostenere e coordinare tra loro al fine di ampliare la portata degli interventi attraverso il coinvolgimento degli attori del territorio, protocolli di collabora­zione con la Regione Lazio e l’utilizzo delle opportunità aperte dallo sviluppo digitale.

Tra gli obiettivi che CmRC si pone in un’ottica di sviluppo sostenibile, vi è quello relativo all’agricoltura sociale, che non va considerata come una forma di assistenza passiva verso le parti più deboli della società, ma come una vera impresa che consente ai soggetti interes­sati di procurarsi un reddito senza alcuna forma di assistenzialismo, rappresentando così un modello di lavoro e di socializzazione da promuovere perché in grado di garantire loro un corretto percorso di reinserimento lavorativo.

Azioni strategiche e operative

  • Promuovere il supporto per l’ampliamento dell’azione, l’integrazione di più accordi sullo stesso territorio o la creazione di reti tematiche;
  • Introdurre nuove tematiche (es. comunità energetiche, servizi ecosistemici) nel discorso pubblico e nelle politiche di scala locale.

Negli ultimi decenni i cambiamenti nell’uso e copertura del suolo, che si sono registrati a livello globale ad opera delle attività antropiche, hanno determinato una riduzione della ca­pacità degli ecosistemi di fornire beni e servizi con conseguenze economiche a carico della società. CmRC si pone come obiettivo prioritario quello di adottare strategie finalizzate ad incrementare e consolidare i servizi ecosistemici.

Azioni strategiche e operative

  • Implementare un sistema informativo di supporto alle decisioni pubbliche e private (Supportare l’implementazione di buone pratiche di gestione; Simulare e sviluppare scenari futuri; Supportare il decisore pubblico nella programmazione strategica; Realizzare a scala spaziale e temporale un sistema di monitoraggio dei servizi ecosistemici);
  • Implementare politiche di tutela fondate sulle reti di aree protette, sulla rete ecologica, e sulla valutazione (VIA, VAS, ACB). Implementare metodologie di valutazione di efficacia delle aree protette funzionali a raggiungere obiettivi di tutela e conservazione del capitale naturale. Ripristinare la funzionalità degli ecosistemi marino-costieri a difesa naturale della costa;
  • Inserire il tema del capitale naturale e dei servizi ecosistemici nelle politiche di pianificazione territoriale attraverso le seguenti azioni specifiche: implementare e supportare il Piano territoriale di coordinamento ed altri livelli di pianificazione; sostenere le politiche urbanistiche per valorizzare i servizi ecosistemici urbani; favorire la progettazione di infrastrutture verdi, piani di forestazione urbana, ecc.; garantire l’interoperabilità tra i vari strumenti di gestione e di tutela del capitale naturale; aggiornare gli strumenti di pianificazione e programmazione del territorio con un approccio ecosistemico;
  • Sviluppare politiche economiche di valorizzazione dei servizi ecosistemici, attraverso le seguenti azioni: realizzare un sistema di contabilità economico ambientale centralizzato aggiornato e aggiornabile (Rif. comma 4 dell’art. 67 legge 221/2015); implementare meccanismi di gestione basati sui Pagamenti per i Servizi Ecosistemici (PES), (Rif. art. 70 legge 221/2015 ed art. 7 D.L.vo 34/2018 (TUFF); favorire la nascita di comunità locali, anche tra loro coordinate e/o associate (le Green communities), attraverso il supporto all’elaborazione e alla realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale; favorire l’implementazione della strategia Farm to Fork (Green Deal Europeo); incentivare le attività di carbon farming; sostenere gli obiettivi della Politica Agricola Comune;
  • Rendere le comunità ed i territori resilienti ai cambiamenti climatici attraverso la gestione del capitale naturale e dei servizi ecosistemici incentivando la costituzione di Comunità custodi per intraprendere una gestione attiva del capitale naturale; sostenendo Cooperative di comunità per contrastare l’abbandono delle aree interne e garantire la fornitura dei servizi ecosistemici; diffondendo nel territorio Nature-based solutions (NBS) (es. tetti e mura verdi, boschi urbani, sistemi di gestione alternative delle acque piovane, agricoltura urbana, ecc.); promuovendo percorsi di economia circolare e modelli sostenibili di produzione e consumo; favorendo la transizione ecologica verso l’agricoltura biologica e pratiche agronomiche sostenibili; ripristinando la funzionalità ecologica degli ecosistemi agricoli (filari, fasce tampone, vegetazione ripariale).

Strumenti di governance

  • Forum delle fattorie sociali come strumento di concertazione con le realtà per il rafforzamento e l’orientamento dell’azione pubblica a sostegno di queste esperienze
  • Creazione di un Consiglio Metropolitano del Cibo dove Enti pubblici, stakeholder e mondo della ricerca
  • Tavoli con Enti Locali, Scuole, Commissioni mensa e ASL al fine di utilizzare i prodotti degli orti delle scuole, università, carceri e ospedali, nelle rispettive mense;
  • Realizzazione e/o rafforzamento di una rete di collaborazione tra le iniziative solidali e i mercati contadini, al fine di garantire nei pacchi viveri destinati a persone in una condizione di insicurezza alimentare, la presenza di frutta, verdura e prodotti freschi e sani
  • Tavoli delle Intese e coordinamento con Comuni ed Enti di Ricerca al fine di attivare progetti pilota coerenti con le strategie di scala metropolitana
  • PPP con aziende agricole B-Corp per costruire il ‘Marchio Roma’, con aziende di vari settori per il recupero di cibo invenduto, con aziende locali per sostenere le filiere corte
  • Tavoli di governance collaborativa per lo sviluppo sostenibile del territorio
  • Osservatorio sulle trasformazioni ambientali e territoriali
  • Osservatorio consumi, dieta, povertà alimentare

Coerenza delle politiche

La direttrice strategica rispetto agli SDGs ONU.
La direttrice strategica rispetto agli obiettivi della politica di coesione europea 21/27

– OP1. Un’Europa più intelligente (a smarter Europe)

  • a1. rafforzare le capacità di ricerca e di innovazione e l’introduzione di tecnologie avan­zate.

– OP2. Un’Europa più verde (Greener carbon free Europe)

  • b4. promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi e la resilienza alle catastrofi;
  • b5. promuovere la gestione sostenibile dell’acqua;
  • b6. promuovere la transizione verso un’economia circolare;
  • b7. rafforzare la biodiversità, le infrastrutture verdi nell’ambiente urbano e ridurre l’in­quinamento.

– OP3. Un’Europa più sociale (Social Europe)

  • d1. rafforzare l’efficacia dei mercati del lavoro e l’accesso a un’occupazione di qualità, mediante lo sviluppo dell’innovazione e delle infrastrutture sociali.

– OP4. Un’Europa più vicina ai cittadini (Europe closer to citizens)

  • e2. promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato a livello locale, il patrimonio culturale, il turismo e la sicurezza in territori diversi dalle aree urbane.
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