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10.4 Conclusioni

Complessivamente l’Indice di Autosufficienza Alimentare (che in questa sede abbiamo scelto per descrivere la Sovranità Alimentare) di Lazio, Città metropolitana di Roma e Comune di Roma è decisamente basso. La motivazione principale di questo risultato è da riscontrarsi da un lato nell’alta densità abitativa dei territori analizzati, e quindi nel basso valore del rapporto terreno per abitante, dall’altro nell’attuale stile di vita alimentare medio della popolazione.

Il Lazio ha a disposizione circa 0.18 ha di terreno agricolo per abitante, la Città Metropolitana di Roma circa 0.074 ha e il Comune di Roma 0.027 ha. Se si considera che un italiano medio, per soddisfare i propri fabbisogni alimentari necessita, considerando gli attuali stili di vita alimentari, di circa 0.5 ha, si comprende facilmente quanto la disponibilità di terreno agricolo per abitante sia impattante sulla resilienza alimentare potenziale.

In questa situazione la strategia principale per aumentare la resilienza alimentare di un territorio è quella di promuovere la transizione verso stili di vita alimentari a basso consumo di terraConsiderando che per l’autonomia alimentare annuale di una persona servono circa 4750 m2 per una dieta onnivora, 4680 m2 per la dieta vegetariana (in cui si consumano latte e latticini) e 1820 m2 per una dieta vegana, è evidente che andrà promossa la riduzione del consumo dei prodotti di origine animale.

Un’altra strategia è quella di promuovere tecniche colturali come l’agroforestazione che, consociando più produzioni sullo stesso terreno, riescono ad aumentare l’efficienza produttiva dei terreni.
Infine, come strategia di medio-lungo periodo, è opportuno investire da un lato nella ricerca scientifica, allo scopo di aumentare le rese delle tecniche agroecologiche e dall’altro, sempre con lo stesso scopo, nella formazione degli agricoltori.
Malgrado i limiti appena evidenziati, le condizioni climatiche del territorio laziale, come è possibile vedere nella Tabella 10.13, permettono una vastissima variabilità produttiva. Questo è senz’altro un punto di forza del territorio nella prospettiva di promuovere politiche finalizzate all’aumento della resilienza alimentare.