Salta al contenuto principale

10.2 Materiali e metodi

L’analisi della Sovranità Alimentare potenziale di Lazio, Città Metropolitana di Roma e del Comune di Roma è basata sugli strumenti e la metodologia descritti nell’articolo scientifico “Towards a National Food Sovereignty Plan: Application of a new Decision Support System for food planning and governance” (Stella et al., 2019).[1]
Nel lavoro di ricerca viene proposto un modello di co-progettazione della Sovranità Alimentare costituito da un Sistema Informatico di Supporto alle Decisioni (SSD) e un percorso di co-progettazione partecipata capace di coinvolgere i principali portatori di interesse presenti nelle filiere agroalimentari.

Il SSD è costituito da tre applicazioni informatiche.

La prima, a partire da 3 diete medie equilibrate (onnivora, vegetariana e vegana) realizzate ispirandosi ai criteri espressi dall’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, oggi CREA-Alimenti e Nutrizione) e considerando le rese dell’agricoltura biologica, permette di calcolare:

  • il fabbisogno alimentare teorico, espresso per classi alimentari, di una qualsiasi popolazione immessa in input;
  • il fabbisogno alimentare, comprensivo degli sprechi alimentari, espresso per classi alimentari, di una qualsiasi popolazione immessa in input;
  • il terreno necessario all’autonomia alimentare della popolazione immessa in input, espresso per classi alimentari e colture agricole.

La seconda applicazione, tramite l’utilizzo di una Mappa Agroclimatica dell’Italia elaborata attraverso un programma informatico GIS (Geographic Information System) e considerando i fabbisogni climatici delle colture presenti nel primo programma informatico (Stella et al., 2019), permette di calcolare, nel territorio analizzato, il terreno a disposizione per ogni coltura e di elaborare delle mappe di realizzabilità territoriale per le stesse. La Mappa Agroclimatica dell’Italia, su cui si basa il sistema, contiene il geo-riferimento di numerose informazioni climatiche (Temperatura minima, Temperatura massima, Evapotraspirazione di riferimento, Precipitazioni ecc.) e della disposizione ed il quantitativo di terreno agricolo dell’Italia, con una definizione territoriale di circa 1 Km2. Le mappe di realizzabilità restituiscono una indicazione grafica su dove è possibile realizzare le differenti colture, considerando le condizioni climatiche medie del territorio.

La terza applicazione a partire dagli output delle due precedenti (terreno necessario per soddisfare i fabbisogni alimentari della popolazione in input e mappe di fattibilità e terreno a disposizione per ogni coltura) permette di calcolare l’Indice di Autosufficienza Alimentare potenziale del territorio che indica quanto potenzialmente un territorio può essere autonomo a livello alimentare data la sua superficie agricola e la popolazione che lo abita.

Sebbene la Sovranità Alimentare prenda in considerazione anche altri aspetti (equo compenso e rispetto dei lavoratori/lavoratrici, coinvolgimento delle donne e delle nuove generazioni ecc.) in questa sede abbiamo misurato il potenziale concentrandoci sulla dimensione biologico-produttiva, in modo da evidenziare la capacità teorica di resilienza alimentare del territorio analizzato.

 

[1] Stella, G., Coli, R., Maurizi, A., Famiani, F., Castellini, C., Pauselli, M., ... & Menconi, M. (2019). Towards a National Food Sovereignty Plan: Application of a new Decision Support System for food planning and governance. Land Use Policy89, 104216.